Adele: «Ho sofferto di depressione post partum»

Adele

La cantante londinese a cuore aperto sul periodo difficile vissuto dopo la nascita del figlio Angelo, nel 2012: «Tu non sei più tu, il cervello va in tilt», racconta, «Le cose migliorano solo quando loro cominciano a parlare».

La depressione post partum è un male molto democratico. Anche le star ne vengono colpite e qualcuna di loro non ha timore ad ammetterlo in pubblico. Come Adele, che in una recente intervista al magazine britannico The Face ha rivelato di «aver sofferto di una pesantissima depressione post partum» quando nove anni fa è nato suo figlio Angelo.

Già nel 2017, durante il discorso ai Grammy, la star di 30 ne aveva accennato: «Diventando madre, ho perso qualcosa di me stessa», aveva detto allora. Ma oggi si confessa apertamente: «È qualcosa che non tornerà più», dice. «La possibilità di poter essere e poter fare quello che vuoi quando vuoi. Nel momento in cui diventi madre tu perdi la priorità: qualcun altro, tuo figlio, passa inevitabilmente al primo posto, che sia nella vita o nel lavoro. Tu vieni dopo, e da quel momento in poi verrai sempre dopo».

È una consapevolezza che coglie all’improvviso e che all’inizio destabilizza e sgomenta: «Ti senti continuamente sotto pressione», spiega la cantante 33enne. «Diventare genitori è un peso emotivo che ti tira sempre più giù, sempre più giù, quando invece tuo figlio chiede sempre di più, sempre di più. Un neonato ha bisogno di tutto, tu dai, dai, dai, e lui neanche ti parla. Sei focalizzata solo su di lui, non hai altri stimoli se non i suoi bisogni. Non hai neanche il tempo di lavarti i denti, figurati lavorare o uscire con gli amici, che è tutto quello che fino a prima della nascita hanno fatto di te quello che sei. Tu non sei più tu, il cervello va in tilt».

Non attribuisce una responsabilità alle pressioni esterne, Adele, ma a quelle che arrivano dall’interno: «Nessuno vuole essere come i propri genitori, tutti aspiriamo a fare meglio, ma in realtà nessuno sa esattamente che tipo di genitore vuole diventare. Leggi libri – che poi è sbagliatissimo, perché raccontano l’esperienza di altri che probabilmente sono completamente diversi da te – ma alla fine è solo in corso d’opera che impari il mestiere».

E in corso d’opera, come dice lei, le cose migliorano. «Migliorano, in effetti, quando loro cominciano a parlare. Non che tu torni ad avere quella famosa priorità – per me è sempre Angelo al primo posto, prima di prendere qualsiasi decisione è sempre a lui che penso prima, e capita ancora di tanto in tanto di pensare “chissà chi avrei potuto essere, cosa avrei potuto fare” – ma almeno riesci a ritrovare un equilibrio tra la tua identità e il tuo essere madre. Diventa tutto più facile, quando crescono. E per lo meno, se hanno mal di pancia sanno dirtelo».

Ma se sanno dirti che hanno mal di pancia, sanno dire anche altre cose, che possono metterti in difficoltà. E la stessa Adele lo aveva ammesso, presentando il nuovo album 30. È  anche per lui, aveva detto in un’intervista a Vogue, che lo ha scritto: «In questo album è come se volessi spiegare a mio figlio Angelo chi sono, il momento che sto attraversando e perché ho smantellato la sua vita. Mi fa tantissime domande alle quali non riesco a rispondere. So quanto gli ha fatto male la rottura tra i genitori, lo vedo e questa cosa mi addolora profondamente, ma vorrei che mi perdonasse, rendendosi conto che se l’ho fatto è perché avevo bisogno di felicità»

Oggi che Angelo ha nove anni, così è l’essere madre per Adele: «Lui è divertente, è un vero commediante. È un ragazzino molto intelligente e ha già le idee molto chiare su molte cose. Ma non ho mai bisogno di rimproverarlo o di “negoziare” con lui. Semmai è il contrario».

Adele: «Ho sofferto di depressione post partum»ultima modifica: 2021-11-24T06:00:05+01:00da pallonate