Carlo e il trono della regina Elisabetta vuoto, non accadeva dal 1963

Carlo e il trono della regina

Era il 1788 quando il deterioramento della salute mentale di Giorgio III mise in scacco il governo inglese: il re – si pronunciarono da Westminster – non era in grado di leggere il tradizionale discorso della corona in occasione dell’apertura annuale delle sedi del parlamento, impedendone di fatto il regolare funzionamento. Senza l’assenso del monarca all’operato delle camere, non si poteva andare avanti: cominciò così un rumorosissimo dibattito politico che portò al conferimento dei poteri – seppur in un primo momento molto limitati – al primogenito, il Principe del Galles.

Così, il futuro Giorgio IV – che dal 1810 diventò a tutti gli effetti Principe Reggente – cominciò a leggere i discorsi in Parlamento facendo le veci del padre, fino appunto al 1819, l’anno prima della sua formale successione. Ecco, come nota Robert Hardman sul Daily Mail, da quel momento «non è più successo che un erede alla corona abbia letto il discorso d’apertura delle camere al posto del monarca». Il che non significa che re e regine abbiano sempre presenziato all’appuntamento: la stessa Regina Vittoria più volte diede forfait, lasciando l’incombenza al Lord Cancelliere.

E così ha fatto anche la regina Elisabetta, quando nel 1959 e nel 1963 – uniche due volte in 70 anni di regno – non si è presentata davanti al parlamento perché era in dolce attesa: poi, nonostante l’età e vari acciacchi, ha sempre svolto il compito in prima persona. Fino ad oggi. «Sua Maestà, a causa di sporadici problemi di mobilità e dopo essersi consultata con i medici, ha deciso con dispiacere di non partecipare allo State Opening», hanno annunciato da Palazzo. «Sarà il Principe del Galles a leggere il Queens’ Speech, con presente pure il Duca di Cambridge».

Ebbene sì, la storia si ripete dopo oltre due secoli. D’altronde – osserva ancora l’esperto reale – designare un erede per quella delicata funzione poteva, nel ricordo di Giorgio IV, far pensare all’inizio di un periodo di reggenza. Elisabetta, con il suo consueto pragmatismo, è andata oltre: Carlo si è seduto sul trono, ma accanto a lui è stato volutamente lasciato un posto libero, dove è stato sistemato un supporto sul quale è stata posta la corona imperiale, portata a Westminster – come consuetudine – per rappresentare la figura del monarca. Una corona su un cuscino, e intorno il vuoto.

La regina non c’è, ma c’è. O meglio, non è presente fisicamente, ma manda comunque un messaggio fortissimo ai sudditi. Va detto che dal 2005, durante il governo di Tony Blair, la figura del Lord Cancelliere è stata parecchio ridimensionata, ma nel gesto di Lilibet c’è una carica simbolica potente: in primis disegna la linearità della monarchia, che attraverso il tandem Carlo-William va avanti e guarda al futuro; in secundis, con il trono vuoto delimita i «confini» della sua carica, come un territorio nel quale nessuno, ad oggi, ha il permesso di entrare. Salvo sua autorizzazione. I piani per il futuro sono quindi chiari: Carlo sarà sempre di più reggente (non formalmente), Elisabetta II non abdicherà mai.

E in questo senso il primogenito, Principe del Galles dal 1958, è sempre stato esemplare. Scrupolosamente corretto, si è sempre rifiutato di parlare dei piani legati al suo futuro regno per non mancare di rispetto a sua madre. Negli ultimi anni l’ha sostituta tantissime volte, anche in appuntamenti importanti come la recente deposizione della corona al Cenotafio nel giorno della memoria. Senza far rumore, quindi, per il bene della Corona, supporta da tempo sua Maestà. Che – come conclude appunto Robert Hardman – resta comunque «ancora al comando». Il trono vuoto lo testimonia: la presenza nell’assenza.

Carlo e il trono della regina Elisabetta vuoto, non accadeva dal 1963ultima modifica: 2022-05-11T07:00:40+02:00da pallonate