Diletta Leotta contro i paparazzi, Aurora Ramazzotti li difende: “Non sopporto vederli maltrattati, se ci sono per noi è buon segno”

Paparazzi sì o paparazzi no? Da giorni il dibattito infiamma il mondo del gossip, messo a ferro e fuoco dalle parole di Diletta Leotta che si è sfogata sui social per l’asfissiante presenza dei paparazzi e i rumors messi in circolazione sulla sua vita privata.

A sostenere la tesi del “purché se ne parli”, però, non sono pochi, soprattutto nel mondo dello spettacolo. Due giorni fa era stata Stefania Orlando a schierarsi dalla parte dei paparazzi, punti fermi per un personaggio pubblico, adesso anche Aurora Ramazzotti ne canta quattro.

La figlia di Michelle Hunziker ed Eros Ramazzotti – abituata ad avere i flash intorno fin da quando era bambina – condivide su Instagram una serie di scatti rubati negli anni: “La professione del paparazzo, io, la ammiro tantissimo – scrive – Ho ho sempre pensato facessero un mestiere molto difficile. Li vedevo ovunque, a qualsiasi ora del giorno, probabilmente appostati per ore sotto il sole cocente, il diluvio universale o con un freddo polare. Acrobati, corridori e a volte anche attori, camuffati o lampanti, pronti a tutto pur di scattare la foto giusta. Mi hanno accompagnata fin dalla nascita – spiega l’influencer – Ogni tanto mi diverto a ripercorrere le varie fasi della mia vita guardando i loro scatti, ma non è sempre stato così”.

Aurora Ramazzotti, infatti, non nega il malessere provato alcune volte: “Ricordo chiaramente momenti di grande sconforto. Un po’ perché non mi capacitavo del perché volessero fotografarmi e un po’ perché ci sono anni in cui vorresti diventare invisibile – scrive ancora – figuriamoci camminare accompagnata dai click a raffica dell’obiettivo. Avevo il terrore di come sarei venuta nelle foto, di finire su un giornale e, più di ogni cosa, avevo il terrore della cattiveria della gente che ne conseguiva spesso e volentieri. Nonostante questo ho sempre portato un grande rispetto per loro e con alcuni ci ho anche fatto amicizia. Quando ero ragazzina e finivo i soldi della paghetta a volte mi accompagnavano in moto o in macchina al bar dai miei amici”. Non fa mai il nome di Diletta Leotta, ma il riferimento alla giornalista è evidente, soprattutto alla fine del post: “Non sopporto vederli maltrattati anche se a volte sanno essere invadenti – conclude – fanno un mestiere difficile e caratterizzato da mille incognite. Ma soprattutto penso sempre che se ci sono, per chi fa questo lavoro, è sempre un buon segno”.